John Frusciante è uscito dal gruppo dei Red Hot Chili Peppers ormai da anni e questo lo sappiamo tutti. Diventa interessante capirne i motivi.
Oggi andiamo ad approfondire un discorso legato alla nostra amata band e che lascia tutti senza parole. Ma cosa è accaduto?

John inizia nel 1982 a far parte della band alla formazione della stessa come chitarra e cori. Lasciò, per grande sorpresa del pubblico, il gruppo nel 1992 quando proprio questa stava esplodendo. Da quel momento la sua uscita dal gruppo è stata vista come sinonimo di libertà sotto diversi punti di vista.
Chitarrista di altissimo livello, nel 2010 era stato riconosciuto dalla BBC come il migliore degli ultimi anni, è nella Rock and Roll Hall of Fame come membro proprio dei RHCP. Nella band tornò nel 1998 per riuscire ancora nel 2009 e tornò nuovamente dal 2019.
Insieme a Kiedis e compagni ha pubblicato otto album, dimostrandosi uno dei più importanti nell’attenzione mediatica e anche da parte della critica. Diventa molto interessante andare ad approfondire altri aspetti legati proprio alla musica e facendolo diventare inevitabile uno dei più amati e ammirati. Andiamo a scoprire qualcosa di più.
John Frusciante e il film
Il nome di John Frusciante in Italia è diventato famoso anche per altri motivi visto che è stato citato in un libro prima e in un film poi. Precisamente parliamo di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, un qualcosa che permette di avere uno sguardo differente su numerosi aspetti.

Il nome fu cambiato per motivi puramente legali e di diritti, ma il senso non sfuggì mai a nessuno con un accento sul gruppo decisamente importante. Nel 1994 Enrico Brizzi scrisse Jack Frusciante è uscito dal gruppo andando a cambiare il nome per non avere problemi come detto.
Dal romanzo fu tratto anche un film del 1996 per la regia di Enza Negroni e con nel cast Stefano Accorsi e Violante Placido. Un film gigantesco che divenne generazionale ispirando un pubblico davvero ampio e regalando degli spunti che sicuramente in molti non si aspettavano.
Ma non solo perché nel 1994 l’artista divenne protagonista indiretto di un documentario dal titolo VPRO ’94 di Bram van Splunteren che raccontava la sua esistenza e la storia sotto diversi punti di vista. Questo a dimostrare, ancora di più, il motivo per cui c’è volontà e possibilità per rilanciarsi verso un futuro che potrebbe essere interessante a proposito di un suo nuovo stato di carriera ancora più brillante di quello che è già stato.