Oggi vi mostriamo il vero problema del calcio, un aspetto che nessuno si aspettava. Tredicenne picchiato, ecco cosa è accaduto realmente.
Protagonista è un giovane ragazzo che ha voluto raccontare la sua storia. Si chiama Thomas e ha appunto 13 anni, nonostante questo l’aggressore non si è fatto scrupoli per scagliarsi contro di lui.

Thomas è il portiere del Volpiano-Pianese squadra piemontese che domenica ha affrontato Carmagnola al SuperOscar categoria under 14 a Collegno in provincia di Torino. Il padre di uno degli avversari l’ha aggredito creandogli non pochiproblemi fisici, ora ha un collare e un tutore a una delle due gambe.
Il video dell’episodio è iniziato a circolare in rete, immagini forti che sono sconsigliate ai giovani per il loro impatto. “Sto iniziando a riprendermi, continuo a chiedermi perché quell’uomo sia entrato in campo e se mio padre, al suo posto, avrebbe fatto la stessa identica cosa”, così ha commentato il ragazzo al Corriere di Torino facendo capire come il marcio sia sempre più presente anche nel calcio tra ragazzini e non per colpa loro.
Ha poi aggiunto: “In quel momento non ho avuto paura, ero stupito per una situazione che non mi sarei mai aspettato da un adulto. Mio padre mi ha detto che sarebbe entrato in campo per dividerci, ma mai per fare questo”.
Il vero dramma del calcio
Per fortuna non sono tutti così, purtroppo però non è nemmeno la prima storia di questo tenore che si racconta. I genitori spesso sono più rissosi dei figli, presi da quella che più che competitività è valvola di sfogo di rabbie represse e un pericolo pubblico vero e proprio.

Il ragazzo è stato portato in ambulanza all’ospedale Martini riportando frattura del malleolo della gamba sinistra e trauma distrattivo del rachide cervicale. Il padre, Angelo Sarritzu, ha commentato: “Questo non è sport, ma uno schifo”.
Anche la mamma del ragazzino, Veronica, ha espresso il suo risentimento per l’episodio: “Le conseguenze potevano essere molto più gravi, la cosa più importante è che Thomas sia a casa con noi. È molto provato, deve metabolizzare quanto accaduto. Anche noi dovremo farlo e cercheremo di stargli vicino”.
La moglie dell’aggressore ha specificato: “Quella raccontata è una manipolazione, le cose non sono andate in questo modo, ma non posso aggiungere altro. La verità verrà fuori”. Le ricostruzioni dei media parlano di un genitore intervenuto durante un parapiglia in campo per aggredire l’avversario del figlio, che ricordiamo essere un ragazzino di appena 13 anni.